Sport in gravidanza: l'esperienza di Silvia
Sport in gravidanza: questa intervista a Silvia Segala racconta la sua esperienza di sport e di vita e di come l’ossido nitrico sia una alleato prezioso in questo momento.
Lo sport in gravidanza è un tema importante che deve essere affrontato seriamente e affiancati da professionisti esperti. Il supporto dei tubolari NOAPP e della tecnologia NOAcademy ha un ruolo rilevante in questa testimonianza.
Chi volesse contattare Silvia, anche per capire che sport fare in gravidanza, può farlo sul suo sito https://mammasportiva.it/ on in Instagram @mamma_sportiva
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D - Ciao Silvia, conosciamoci meglio ed entriamo un pò più nel vivo: raccontaci la tua storia di donna, atleta e mamma, di sport e gravidanza. Quali sono stati i tuoi studi? Sei stata sempre sportiva, sin da ragazza o ti sei avvicinata in seguito? Che tipo di sport hai praticato nel tuo trascorso e fino ad oggi?
R - Ciao Flavia. Innanzitutto ringrazio te e Alberto per la fiducia. Poter essere parte di un progetto mi piace sempre molto, c’è sempre da imparare ed è sempre un’occasione per crescere.
Io ho iniziato a fare sport molto presto. Avevo 4 anni e, nell’attesa di compiere i 5 per poter accedere alle lezioni di ginnastica artistica, ho “riempito” l’anno facendo danza classica. Il tulle non ha fatto scoccare la freccia dell’amore ma dall’anno successivo la ginnastica è diventata tutta la mia vita. Oltre alle lezioni, io continuavo a far salti e capriole senza sosta anche a casa.
Nel giro di un solo anno, l’Artistica Brescia (di cui fa parte il nostro orgoglio nazionale e olimpionico Vanessa Ferrari) mi ha selezionata per portarmi nella sua fucina di talenti. Sono stati anni bellissimi, pieni di soddisfazioni. Il traguardo più bello è stato arrivare 5° ai regionali a 8 anni.
Ho dovuto abbandonare presto l’agonismo per via di impegni familiari incompatibili. Nessuno poteva permettersi di accompagnarmi e venirmi a prendere, a un’ora di distanza da casa, per allenamenti di 3 ore al giorno.
Così sono tornata alle lezioni di artistica in paese base ma avevo ormai compiuti 13 anni , non riuscivo più a trovare stimoli, così ho deciso di dedicarmi alla pallavolo.
Presto il volley, nel ruolo di alzatore adatto alla mia potenza e fisicità in difesa e battuta, e in estate il beach-volley, sono diventate le mie nuove passioni.
Il mio professore di Educazione Fisica a scuola vedeva nell’Università di Scienze Motorie il naturale proseguimento dei miei studi ma io non riuscivo a vedere sbocchi lavorativi utili all’epoca.
Ho deciso così con la maggiore età di compiere il grande salto: mi sono trasferita a Milano e ho frequentato il corso di studi in relazioni Pubbliche dello IULM, che mi avrebbe in seguito condotta verso la mia futura professione.
Durante gli anni universitari l’unica attività che riuscivo a praticare era il fitness, in palestra, ma nuovamente sentivo mancare qualcosa: ho sempre sentito in me il bisogno di praticare sport attivi, all’aria aperta, percepire il lavoro muscolare e la fatica.
Nel 2010, a causa di problemi personali e impegni lavorativi, ho abbandonato lo sport per quasi due anni.
Tra il 2012 e il 2013 si è aperto davanti ai miei occhi un intero mondo: ho riscoperto la bellezza degli sport di isolamento, introspezione e concentrazione e ho potuto così superare il periodo peggiore della mia vita sul piano personale.
Affiancando le arti orientali al nuoto, alla montagna e a tutte le attività sportive ad essa collegate come Mountain Bike, ferrate su roccia e corsa ho trovato il mio nuovo equilibrio sportivo.
Sono stati anni molto intensi e, prima di diventare mamma, riuscivo a dedicare allo sport dieci ore settimanali e l’intera giornata della domenica. Non ero mai sazia né stanca di sport.
D - Chi diventa mamma per la prima volta lo sa: la maternità, la gravidanza già dal momento della gravidanza, sconvolge completamente ogni equilibrio e praticare sport assume una dimensione del tutto nuova.
Come è cambiato il tuo approccio allo sport e cosa hai sperimentato quando hai scoperto che stavi per diventare mamma la prima volta?
R - Con la prima gravidanza, essendo completamente tutto nuovo e a totale digiuno di informazioni, sono andata un po’ “a tentoni”.
Ho trascorso, come molte donne sportive, intere serate a cercare info in rete, sui social.
Ed ero un po’ spaesata, sinceramente, perché in Italia consigliano solo movimento leggero, come camminate, nuoto, ginnastica dolce in acqua o a terra. Oltre confine, per non parlare degli Stati Uniti, vedi le gravide praticare bodybuilding.
Ho iniziato a pormi delle domande su come poter conciliare sport e gravidanza nel modo migliore. Una domanda molto frequente vicino a me era: si può fare sport in gravidanza?
Da lì ho iniziato a cercare, chiedere documentazione a persone qualificate e associazioni d’oltreoceano, insomma, io volevo approfondire.
Con il livello di allenamento pre gravidanza, due passi e due bracciate non potevano certamente essere sufficienti per me!
Doveva esserci qualcosa “oltre la massa”.
Ho scelto la via dell’ascolto consapevole del mio corpo, anche se, con il senno di poi, potevo tranquillamente fare di più. Tutta questa ricerca mi ha permesso, oltre alla trasformazione di una passione in un lavoro a tempo pieno, anche di arrivare a questa seconda gravidanza molto più formata e informata.
Il mio approccio allo sport è cambiato nella forma mentis con cui mi dedico alle mie sessioni di allenamento e cerco di fare il massimo per prevenire e gestire le infiammazioni muscolari.
Sono ancora convinta che la gravidanza non sia tempo di performance, come un tempo, ma di ricerca di benessere.
Non “allenamento”, inteso come “adattamento” in senso canonico, ma training funzionale al mantenimento di uno stato di salute, mobilità, elasticità e forza funzionali alla maternità (e appaganti per il mio senso critico quando mi guardo allo specchio).
Ho comunque bisogno di fare fatica, ma tutto è molto più controllato, a partire dal battito cardiaco. Se prima potevo pensare di fare uscite “a sensazione”, ora controllare i battiti è essenziale.
Ho molta energia, ma mi devo dosare. Esagerare significa solo esaurire prima la batteria. Inoltre, con una bimba piccola a casa non posso permettermi di avere sonno alle 8 di sera!
D - A proposito di sport in gravidanza, quali sport hai praticato e come hai modificato attività e sessioni di allenamento?
R - Finché la pancia non mi ha pesato sulla vescica, costringendomi a dover fare pipì spesso, ho continuato a corricchiare blandamente. Corri-cammina, per lo più, circa 2 o 3 volte a settimana, che si sono trasformati in cyclette da 40’ sempre 3 volte a settimana quando faceva troppo caldo o per non avere l’impiccio del continuo stimolo a fare pipì.
In aggiunta ci sono i miei 2/3 allenamenti funzionali e di mobilità. Se poi si riesce, durante il weekend si fa sempre o una camminata in montagna o un giro in bicicletta.
Finché avrò energie, continuerò così. Arriverà il momento in cui avrò solo voglia di fare esercizi di allungamento con la fitball, perché il peso del pancione la farà da padrone e i doloretti inizieranno a fare capolino (sciatica, osso sacro, etc).
D - Parlaci del tuo progetto, Mamma Sportiva, che ti ha reso nota in rete e attraverso diverse collaborazioni e progetti a tema sport e maternità da te seguiti. Quando è nato e per rispondere a quale obiettivo?
R - Mamma Sportiva è stato concepito nel 2016 al terzo mese della mia prima gravidanza, proprio per capire come potermi permettere di saziarmi ancora di sport, soprattutto di outdoor.
Volevo rispondere alla domanda: quali gli sport da fare in gravidanza ?
Nato prima come il progetto di un portale informativo per aiutare altre mamme a reperire info “how to” su come poter fare sport in gravidanza e maternità.
Con quali attrezzature poter condividere i propri momenti sportivi con i figli, senza per forza doversi appoggiare a qualcuno, nel giro di un solo anno si è fatta strada l’esigenza di praticare e parlare anche di fitness e remise en forme durante i nove mesi e nel post partum.
Da lì, è iniziato tutto il mio percorso di formazione specifica, con l’ottenimento dei titoli e dei diplomi per poter diventare istruttrice e trasformare Mamma Sportiva in una A.S.D., realtà idonea a divulgare e mettere in pratica tutti questi messaggi.
Da gennaio 2018, questo è ormai diventato il mio unico lavoro, con grandissima soddisfazione.
D - Oggi sappiamo che aspetti un nuovo bimbo: quali sono le difficoltà che a tuo parere si incontrano maggiormente sul piano fisico/sportivo per una futura mamma che non vuole rinunciare a tenersi in forma?
R- La difficoltà maggiore può essere tradotta con una solo espressione: deficit culturale italiano.
La gravidanza è un evento incalcolato in ogni facoltà universitaria ad esclusione di Ginecologia. Al tempo stesso, l’argomento sport in gravidanza non è affrontato da nessuna facoltà.
A livello accademico base, né medici, né ostetriche, né trainer e preparatori sono informati, formati e preparati a gestire questo evento.
Molti di loro pensano solamente: dentro il bambino/fuori il bambino e tutto torna come prima prima.
Dalle mie esperienze e dai miei studi, posso affermare che non è assolutamente vero. E questo è il motivo per cui assistiamo ad numero incredibile di donne che diventano e restano in sovrappeso in gravidanza/ allattamento e oltre e ad un numero altrettanto spaventoso di mamme con problemi al pavimento pelvico e di diastasi dei retti addominali.
Avere al proprio fianco durante la gravidanza questo tipo di competenza permette di potersi allenare al meglio, calibrando preparazione/sforzo in rapporto alle condizioni e allo stato della mamma via via nelle settimane di gestazione.
D - Ci sono delle patologie, infiammazioni o dei semplici fastidi che colpiscono maggiormente le donne in attesa e che possono essere alleviate grazie ad una sana e controllata attività sportiva?
R - Oh sì, eccome. La più comune e gettonata è l’infiammazione del nervo sciatico. Da non confondere con la sciatalgia, può essere tranquillamente tenuta a bada con l’esercizio.
Poi ci sono la “pesantezza pelvica”, le tensioni a livello dell’ileo-psoas, il bruciore allo stomaco, la stitichezza, il mal di schiena, le gambe gonfie e le spalle.
Tutti fastidi che fanno della gravidanza il loro trampolino di lancio e non finiscono con il parto, come è invece nella credenza popolare comune.
Con il parto, il repentino cambio ormonale (la famosa “caduta degli ormoni”) e la fatica dell’accudimento (specie all’inizio, dove il bimbo è spesso in braccio e si dorme davvero poco e male), fanno sì che i fastidi della gestazione si trasformino in veri e propri acciacchi. io li chiamo “i dolori delle mamme”.
Per questo è molto importante acquisire routine di benessere attraverso gli esercizi di mobilità muscolo-scheletrica e il movimento in gravidanza.
D - Sappiamo che hai scoperto e utilizzato i tubolari NOAPP di recente, proprio durante la tua seconda gravidanza, ricavandone grandi benefici: cosa ci puoi dire un po’ più nello specifico?
R - Sono una persona curiosa, mi piace abbracciare nuovi progetti, specie quando li sento affini a me.
Inoltre, soffro dei DOMS post allenamenti, come tutti gli sportivi. Infine, le gravidanze mi regalano non pochi pochi problemi di dolori alle gambe e di cattiva circolazione, con tanto di rotture di capillari e vene varicose.
Considero i tubolari NOAPP un vero e proprio miracolo. Seriamente.
Il giorno che il corriere me li ha consegnati faceva caldissimo.
Mi stava scoppiando il polpaccio destro dal male di vene.
Ero davvero disperata e, nonostante il caldo e il sudore, li ho indossati. Tempo 2 minuti, non sentivo più nulla. Incredibile! Praticamente da quel momento, li metto, li lavo e li rimetto. A volte li tengo persino a dormire perché mi addormento e mi scordo di toglierli.
Tanto, non essendo a compressione, non succede nulla.
L’effetto è piacevolissimo.
Il tessuto è morbido e non si fa fatica ad infilarli, cosa non da poco visto e considerato che il pancione può solo che aumentare di volume!
La sensazione è quella di andare a “ sbloccare” qualcosa che prima era tappato, bloccato.
Li utilizzo sia per questo ma anche dopo le mie sessioni di allenamento.
Grazie a loro, avverto subito un senso di rilassamento, di distensione, di leggerezza. A volte non mi sento le gambe.
Da colore viola tornano bianche!
Si sente proprio l’effetto elasticizzante che l’Ossido Nitrico produce nei tessuti e la conseguente riduzione dello stress a livello muscolare e circolatorio.
D - In che cosa indossandoli durante l’attività sportiva e nel recupero, hai sentito davvero la differenza?
R - Come ho detto poco sopra, la differenza è notevole. E l’effetto è davvero pressoché immediato. La sensazione è quella di un flusso invisibile che massaggia le gambe.
D - Avevi già sperimentato cure o rimedi alternativi o medicali per i medesimi disturbi o per aiutare il recupero? Come ti sei trovata e cosa invece hai riscontrato di differente in NOAPP?
R - Ho sempre usato le calze a compressione, sia quelle sanitarie per le vene, sia sportive per i post allenamenti e gare.
La differenza è percepibile.
Innanzitutto non bisogna sforzarsi per indossarle, quindi anche la vestibilità è più piacevole. L’effetto arriva prima e non danno fastidio, né sul lungo tempo né col caldo.
D - Li consiglieresti ad altre mamme sportive? Se si, per quale vantaggio specifico?
R - Li consiglierei, certamente, anzi, non solo alle mamme. Nello specifico, per la gravidanza, li considero davvero indispensabili.
La micro circolazione è davvero un argomento spinoso e doloroso durante i 9 mesi. NOAPP è la soluzione perfetta, anche perché non si fa fatica ad indossarli.
Io vengo da una recentissima entesite agli ischio-crurali della gamba destra e sono sicura che, una volta che riprenderò ad allenarmi, mi saranno utilissimi per non doverne soffrire ancora.
D - Sappiamo bene che una libera professionista non si ferma mai:
se ti fa piacere, parlaci dei tuoi progetti in cantiere per il 2021.
R - Potrei scrivere un romanzo su questo argomento. Diciamo che quest’anno sarà un po’ il giro di boa. Tantissimi progetti e collaborazioni attendono solo un po’ di “normalità” e di essere al sicuro dallo spettro del Covid per palesarsi.
In marzo 2021, sarò tra le protagoniste di Cosmodonna, la fiera tutta al femminile che si terrà al Brixia Forum, anch’essa rimandata per Covid.
Questo Evento è molto importante per me, non solo per la visibilità, ma anche per tutte le collaborazioni che potrò portare in sede di fiera.
Darò, infatti, una mano ai ragazzi di Sportland (catena di negozi sportivi con base a Brescia di cui sono evangelist) al loro stand e con i progetti legati al running e outdoor al femminile; faccio parte del progetto “Nati per leggere”, per diffondere la cultura della lettura anche ai più piccoli, progetto dell’AST degli Spedali Civili di Brescia.
Poi ci sono i pacchetti organizzati vacanze da mamma sportiva, corsi, lezioni online...insomma, la carne al fuoco è davvero tanta. Non ci si ferma mai!
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