Gambe gonfie in viaggio: Maria racconta
Le gambe gonfie in viaggio sono un problema comune di chiunque sia spesso in giro per lavoro.
Maria è una giornalista esperta, lavora alla redazione economica di una testata nazionale e le gambe gonfie in viaggio sono purtroppo per lei una costante.
Non per questo vuole o può rinunciare al suo lavoro.
Da tempo ha un dossier che gira sulla sua scrivania e soprattutto nei suoi pensieri. Vuole capire cosa pensino veramente gli imprenditori cinesi delle politiche ecologiche.
Volute e fortemente comunicate internamente dal loro Governo negli ultimi anni.
Se ne parla poco in occidente ma il tema è obiettivamente interessante e per certi versi scottante. La Cina lavora veramente per la Green Economy?
Molti criticano, pubblicamente.
I Governi combattono guerre economiche nascondendole dietro poche parole, atteggiamenti ostili, dati inquinati e fake news. Trovare informazioni indipendenti e obbiettive non è semplice. Le fonti oneste, per un giornalista, sono un patrimonio straordinario.
Maria prepara accuratamente il suo viaggio: cerca online articoli e fonti originali, razzola nei dati storici della redazione e bussa tra i pochi colleghi disponibili che hanno voglia di condividere esperienze e visioni.
La guerra non è solo tra Governi.
Inizia a fissare appuntamenti nel Regno di Mezzo (antica definizione di questo Paese con 1,4 miliardi di abitanti e 14 stati confinanti), direttamente o tramite qualche fixer (facilitatori culturali locali) , prenota i biglietti e pensa alla valigia.
È un tema.
Un volo Milano Pechino dura 14 ore e probabilmente dovrà ripartire subito o quasi per Shenzen, importante area economica dove altri necessari appuntamenti saranno facili da fissare. Altre 4 ore di volo.
Le gambe iniziano a gonfiare e sgonfiare, seguendo in modo ordinato e disciplinato atterraggi e decolli.
I tempi morti, decolli, atterraggi, tempi morti e il caracollare per sale di attesa e di nuovo decolli, atterraggi dolori alle caviglie, gambe gonfie e litri di pessimo caffè ucciderebbero anche il reporter di guerra più accanito.
Conosce bene qualcuno che si è fatto le guerre afghane e sa cosa significhi.
Le hostess recitano la litania, le cinture si chiudono, il capitano dice cose che non interessano a nessuno, l’aereo decolla, le gambe e le mani si gonfiano. Tutto da copione.
Aeroporto, macchina, cena (la quarta, oggi), un fixer (l’unico, ahimè, per motivi di budget) per pianificare gli appuntamenti e gli spostamenti dei prossimi 4 giorni. Uno ogni 3 ore, 4 al giorno, 48 interviste. L’adrenalina basterà? Il caldo non mi ucciderà?
La Cina è ritenuta internazionalmente come il più importante inquinatore al mondo ma pochi affiancano queste due tavole che potrebbero offrire una lettura diversa della realtà.
Se è vero che la Cina inquina molto, è quella che meglio si occupa di gestire il problema anche se molto è ancora da fare.
Come gli imprenditori locali vivono questa sfida? Cosa pensano veramente e cosa vogliono fare? Il percorso verde aiuta anche il loro sviluppo economico e etico ?
Il viaggio è affascinante, sotto tutti i punti di vista.
Mani gonfie e gambe pesanti non lo sono, il caldo non aiuta, i diuretici sono inutili, il microcircolo urla. Chi viaggia spesso usa calze a compressione graduata per tentare un drenaggio.
Non si possono mettere le calze sulle braccia e sulle mani. Peraltro Maria le mette poco volentieri anche sulle gambe che so gonfiano sempre: comprimono, ovviamente. Troppo.
Una sua collega, anche lei agli esteri, poche ore prima di partire e quasi per caso le ha parlato di un abbigliamento che in modo strano e senza comprimere, senza impacchi o cose complesse, migliora la circolazione e riduce i gonfiori. Troppo tardi per fare qualunque cosa. Amen, piedi e mani formicoleranno e se ne farà una ragione, come sempre.
4 ore di sonno, colazione internazionale, via. Borse con PC, blocchi e penne, macchina fotografica, registratore, tacco basso e stabile e ovviamente trucchi femminili. 6 chili di armamentario. No comment.
La Cina ha lanciato un programma ambizioso di sviluppo economico, la Belt and Road Initiative (BRI), la più importante infrastruttura nella storia umana.
L’accordo, già firmato con più di 100 Paesi, dovrebbe eliminare il 98% dei dazi nell’area commerciale del Pacifico per un valore vicino a 14 trilioni di dollari.
L’impatto green della BRI è però discutibile. Lo sviluppo è stato fatto al 90% con energia prodotta dal carbone con investimenti di 15 MLD USD per centrali a carbone fuori dalla Cina.
Quale è però la domanda? In quanto tempo sarà ripagato il debito energetico ed ecologico riducendo i trasporti?
Maria pensa. 4 interviste al giorno per 4 giorni, non sarà come fare un trekking in Tibet ma certamente tornerà a casa a pezzi, senza contare la fatica del viaggio di ritorno. 18 ore di voli e aeroporti e 5 o 6 tra pranzi, spuntini e cene e lavoro in viaggio per riorganizzare le idee.
“Non ho più 25 anni e mi ci vorrà una settimana per rimettermi in sesto. Ma chi la ha?”
Postazione in redazione recuperata, i pezzi escono, interessanti, puliti e centrati.
Il direttore è soddisfatto, Maria sta cercando di capire come inquadrare il tema della droga che dall’Afghanistan entra in Russia passando per la debole frontiera del Tajikistan protetta dall’Armata Russa. Un volo Milano Dushanbe sono 20 ore, via Francoforte, Baku o Mosca.
Nuova storia, nuovi fixer, nuove scoperte, nuove culture.
Stesse caviglie, mani e gambe gonfie in un nuovo viaggio, stesso microcircolo disfatto, stesso mal di schiena.
Forse vale la pena approfondire quella strana azienda che fa prodotti naturali per attivare la circolazione mentre viaggia e lavora.
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Gambe gonfie in viaggio: approfondimento di Humanitas