Alzheimer e Cellule Staminali: una credibile soluzione
Alzheimer e Cellule Staminali Mesenchimali sono una straordinaria combinazione per affrontare e risolvere la malattia.
La malattia di Alzheimer è un disturbo neurodegenerativo progressivo, la causa più comune di demenza negli anziani.
Caratterizzata da un accumulo di placche di amiloide-beta e grovigli di proteine tau nel cervello, conduce a una perdita progressiva delle funzioni cognitive. Fattori genetici, ambientali e stili di vita contribuiscono al suo sviluppo.
La diagnosi è complessa, con la malattia spesso identificata solo in fasi avanzate. Attualmente non esiste una cura, e i trattamenti si concentrano sulla gestione dei sintomi.
La ricerca continua, esplorando nuove terapie, inclusi l'uso di cellule staminali mesenchimali e nutraceutici, offre nuove speranze per un trattamento più efficace.
Cosa è la malattia di Alzheimer
La malattia di Alzheimer rappresenta una delle sfide più complesse e inquietanti del settore medico moderno.
Caratterizzata da un declino progressivo delle capacità cognitive e della memoria, questa malattia neurodegenerativa colpisce milioni di persone in tutto il mondo, diventando sempre più prevalente con l'invecchiamento della popolazione.
Oltre all'impatto diretto sulla salute e sulla qualità della vita degli individui, l'Alzheimer porta con sé un peso significativo per le famiglie e i sistemi sanitari.
La complessità della sua patologia, che include l'accumulo di placche amiloidi e grovigli tau nel cervello, e la varietà dei suoi sintomi rendono la malattia particolarmente difficile da trattare e diagnosticare nelle sue fasi iniziali.
Fondamenti biologici della malattia di Alzheimer
I fondamenti biologici della malattia di Alzheimer si concentrano su due caratteristiche patologiche chiave: le placche amiloidi e i grovigli neurofibrillari.
Le placche amiloidi sono depositi extracellulari della proteina beta-amiloide (Aβ), che si formano nel cervello.
Queste placche interrompono la normale funzione neuronale interferendo con la comunicazione tra le cellule nervose. I grovigli neurofibrillari, d'altra parte, sono aggregati intracellulari della proteina tau iperfosforilata.
La tau normalmente stabilizza i microtubuli, ma in forma iperfosforilata, forma grovigli che alterano la struttura e la funzione dei neuroni.
Entrambe queste anomalie contribuiscono alla morte delle cellule cerebrali e alla progressiva perdita di funzione cognitiva, caratteristiche della malattia di Alzheimer.
Inoltre, sono coinvolti processi come l'infiammazione, lo stress ossidativo e le disfunzioni mitocondriali, che aggravano ulteriormente il danno neuronale e la progressione della malattia.
Le placche amiloidi e i grovigli neurofibrillari nella malattia di Alzheimer causano interruzioni nelle funzioni cerebrali fondamentali.
La proteina beta-amiloide, aggregandosi, forma le placche amiloidi che disturbano la comunicazione tra i neuroni, influenzando così le capacità cognitive come la memoria e il ragionamento.
I grovigli tau, dall'altra parte, compromettono l'integrità interna dei neuroni, portando alla loro morte e al declino delle funzioni cerebrali.
Queste alterazioni sono accompagnate da processi come l'infiammazione e lo stress ossidativo, che aggravano ulteriormente il danno neuronale.
La perdita progressiva di neuroni nelle aree cruciali per la memoria e l'apprendimento, come l'ippocampo, porta alla caratteristica perdita di memoria a breve termine e a difficoltà nell'apprendimento di nuove informazioni.
Col progredire della malattia, il deterioramento si estende ad altre aree del cervello, causando un ampio spettro di sintomi cognitivi e comportamentali.
Questi meccanismi patologici sono fondamentali per comprendere i sintomi dell'Alzheimer e orientare la ricerca di trattamenti efficaci.
Sintomi e progressione della malattia
La malattia di Alzheimer inizia tipicamente con sintomi lievi e non specifici, spesso confusi con il normale invecchiamento.
I primi segni includono dimenticanze, soprattutto per quanto riguarda eventi recenti, difficoltà nel trovare le parole giuste, perdita di oggetti e problemi nel prendere decisioni.
Man mano che la malattia progredisce, questi sintomi si aggravano, portando a maggiore confusione, difficoltà nella pianificazione e nel completamento di compiti familiari, e disorientamento temporale e spaziale.
I pazienti possono avere problemi nel riconoscere volti familiari, mostrare cambiamenti nel comportamento e nell'umore, come apatia o irritabilità, e manifestare alterazioni del sonno.
Col progredire della malattia, si verifica un deterioramento significativo delle capacità cognitive e funzionali, richiedendo assistenza nelle attività quotidiane e, nelle fasi avanzate, completa dipendenza dagli altri per la cura personale.
Metodi di diagnosi attuali e le difficoltà nel riconoscere l'Alzheimer nelle sue fasi iniziali
La diagnosi attuale della malattia di Alzheimer si avvale di un approccio multimodale che include la valutazione clinica, test cognitivi e neurologici, e l'imaging cerebrale.
Le tecniche di imaging come la risonanza magnetica (MRI) e la tomografia a emissione di positroni (PET) possono rivelare segni precoci di atrofia cerebrale o accumulo di placche amiloidi.
Tuttavia, diagnosticare l'Alzheimer nelle sue fasi iniziali è complesso, poiché i sintomi possono essere sottili e simili a quelli del normale invecchiamento o di altre condizioni neurologiche.
Questa difficoltà può ritardare la diagnosi e il trattamento.
I trattamenti attuali contro l’Alzheimer
I trattamenti attuali per la malattia di Alzheimer si concentrano sulla gestione dei sintomi e nel rallentare la progressione della malattia.
Includono inibitori della colinesterasi che aumentano i livelli di neurotrasmettitori nel cervello, migliorando la memoria e le funzioni cognitive.
Cosa sono le cellule staminali mesenchimali
Le cellule staminali mesenchimali (MSC) rappresentano una frontiera affascinante e in rapida evoluzione nella scienza medica.
Queste cellule uniche offrono un potenziale straordinario per il trattamento di una vasta gamma di malattie, inclusa la malattia di Alzheimer, grazie alle loro proprietà distintive e alla loro versatilità.
Origine e Caratteristiche delle Cellule Staminali Mesenchimali
Le MSC sono un tipo di cellula staminale adulta che può essere isolata da vari tessuti, tra cui il midollo osseo, il tessuto adiposo, la polpa dentale, la placenta e il cordone ombelicale.
Queste cellule sono fibroblasti-like, ovvero hanno un aspetto simile a quello dei fibroblasti, le cellule che generano il tessuto connettivo.
Le MSC hanno la capacità di auto-rinnovarsi e differenziarsi in diversi tipi di cellule, tra cui osteoblasti (cellule ossee), condrociti (cellule della cartilagine) e adipociti (cellule del tessuto adiposo).
Capacità Rigenerative e Immunomodulatorie delle cellule staminali mesenchimali
Un aspetto fondamentale delle MSC è la loro capacità rigenerativa.
Queste cellule possono non solo differenziarsi in vari tipi di tessuti ma possono anche secernere fattori che stimolano la riparazione e la rigenerazione dei tessuti.
Inoltre, possiedono proprietà immunomodulatorie, il che significa che possono modulare la risposta immunitaria.
Questa capacità è particolarmente rilevante per le malattie autoimmuni e infiammatorie, dove una risposta immunitaria iperattiva gioca un ruolo chiave.
Coltivazione e Applicazione delle Cellule Staminali Mesenchimali
In laboratorio, le MSC possono essere coltivate e moltiplicate, mantenendo le loro caratteristiche.
Questo aspetto è cruciale per le applicazioni terapeutiche, in quanto permette di produrre un numero sufficiente di cellule per i trattamenti.
Una volta coltivate, possono essere somministrate ai pazienti per promuovere la rigenerazione dei tessuti danneggiati o per modulare la risposta immunitaria.
Utilizzo delle Staminali Mesenchimali in Medicina Rigenerativa
Le MSC hanno trovato applicazione in una varietà di contesti clinici. Uno degli esempi più noti è il trattamento delle malattie del midollo osseo, come leucemie e linfomi, dove le MSC possono aiutare a rigenerare il midollo osseo dopo la chemioterapia.
In ortopedia, sono state utilizzate per favorire la riparazione di ossa e cartilagini danneggiate.
Recentemente, vi è stato un crescente interesse nel loro impiego in malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, data la loro capacità di modulare l'infiammazione e potenzialmente favorire la rigenerazione di tessuto neurale.
Le Cellule Staminali Mesenchimali e il Sistema Nervoso
La ricerca sta iniziando a rivelare il potenziale delle MSC nel trattamento di malattie neurodegenerative.
Le proprietà immunomodulatorie e rigenerative delle MSC potrebbero avere effetti benefici nel contesto del cervello invecchiante e degenerante.
Alcuni studi hanno mostrato che le MSC possono favorire la neurogenesi, ovvero la formazione di nuove cellule nervose, e potrebbero avere effetti protettivi su quelle esistenti.
Sfide e Prospettive Future
Nonostante il notevole potenziale, l'uso delle MSC nel trattamento dell'Alzheimer e di altre malattie neurodegenerative è ancora agli albori.
Le sfide includono la necessità di comprendere meglio come le MSC interagiscono con il tessuto cerebrale e come ottimizzare la loro somministrazione e dosaggio. Inoltre, la ricerca deve affrontare questioni relative alla sicurezza a lungo termine e all'efficacia di questi trattamenti.
Cosa è la nutriceutica?
La nutriceutica, un termine derivato dalla fusione delle parole "nutrizione" e "farmaceutica", rappresenta un campo in rapida crescita che si concentra sull'utilizzo di cibi, sostanze alimentari o componenti di cibi per scopi medicinali e di promozione della salute.
Questo concetto si basa sul principio che alcuni alimenti e i loro componenti non solo nutrono il corpo, ma possiedono anche proprietà terapeutiche che possono prevenire e trattare malattie o migliorare la salute in generale.
Il concetto di nutriceutica si radica nella nozione ippocratica che il cibo sia la medicina.
Tuttavia, va oltre il semplice consumo di alimenti salutari, esplorando come specifici componenti alimentari possano influenzare la biologia umana a livello molecolare e cellulare.
Questi componenti, noti come nutriceutici, includono una vasta gamma di sostanze come vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre, erbe, spezie e una serie di composti bioattivi come antiossidanti, polifenoli, flavonoidi e fitosteroli.
I nutriceutici possono essere classificati in diverse categorie, tra cui alimenti funzionali, integratori dietetici, prodotti erboristici e prodotti farmaceutici funzionali.
Gli alimenti funzionali sono alimenti naturali o arricchiti che offrono benefici per la salute oltre alla nutrizione di base.
Gli integratori dietetici, come capsule, compresse o liquidi, forniscono dosi concentrate di nutrienti o altri componenti bioattivi. I prodotti erboristici includono erbe e spezie utilizzate per i loro effetti terapeutici, mentre i prodotti farmaceutici funzionali sono formulati e standardizzati per fornire effetti medicinali precisi.
La nutriceutica è al centro di numerosi studi per il suo potenziale nella prevenzione e nel trattamento di malattie croniche, come malattie cardiovascolari, diabete, obesità, malattie neurodegenerative e alcuni tipi di cancro.
La ricerca in questo campo esplora come i nutriceutici possano influenzare i percorsi metabolici, regolare l'espressione genica, modulare la risposta immunitaria e ridurre lo stress ossidativo.
La nutriceutica rigenerativa nel contrasto alla malattia di Alzeheimer
Diversi elementi nutriceutici hanno mostrato potenziali benefici nel contrastare o rallentare la progressione della malattia di Alzheimer.
È importante sottolineare che, mentre queste sostanze possono offrire supporto terapeutico, non sono una cura e devono essere utilizzate come parte di un approccio di trattamento più ampio che può includere farmaci e terapie comportamentali.
Ecco alcuni nutriceutici specifici che hanno mostrato promesse nella ricerca legata all'Alzheimer:
1. Omega-3 Acidi Grassi (in particolare DHA e EPA):
- Presenti nel pesce grasso, i semi di lino e le noci.
- Hanno proprietà antiinfiammatorie e sono essenziali per la salute del cervello.
- Studi hanno dimostrato che gli acidi grassi Omega-3 possono aiutare a ridurre il rischio e rallentare la progressione della malattia di Alzheimer.
2. Curcumina:
- Il principio attivo della curcuma.
- Ha proprietà antiossidanti e antiinfiammatorie.
- Alcuni studi suggeriscono che può aiutare a ridurre l'accumulo di placche amiloidi nel cervello, un segno distintivo dell'Alzheimer.
3. Vitamina D:
- Essenziale per la salute ossea e del sistema immunitario.
- La ricerca ha mostrato un collegamento tra bassi livelli di vitamina D e un rischio aumentato di malattie cognitive, compresa l'Alzheimer.
4. Resveratrolo:
- Un polifenolo trovato nell'uva rossa, vino rosso, cioccolato fondente e alcune bacche.
- Studi suggeriscono che possa avere effetti protettivi sul cervello, compresa la riduzione dell'infiammazione e la protezione contro l'accumulo di placche amiloidi.
5. Vitamine del gruppo B (in particolare B6, B12 e Acido Folico):
- Importanti per il metabolismo cerebrale e la manutenzione del sistema nervoso.
- Aiutano a ridurre i livelli di omocisteina, un aminoacido associato a un rischio aumentato di Alzheimer.
6. Antiossidanti (come Vitamina C, Vitamina E, Flavonoidi):
- Trovati in frutta e verdura colorata, noci, semi e cereali integrali.
- Combattono lo stress ossidativo, che è stato collegato al deterioramento cognitivo e alle malattie neurodegenerative.
7. Ginkgo Biloba:
- Un'erba tradizionalmente usata per migliorare la circolazione sanguigna e la funzione cognitiva.
- Alcuni studi suggeriscono che può aiutare a migliorare i sintomi cognitivi nelle persone con Alzheimer lieve.
8. Fosfatidilserina:
- Un fosfolipide presente nelle membrane cellulari.
- Studi indicano che può migliorare la funzione cognitiva in alcuni individui con declino cognitivo.
Tra i numerosi composti studiati, il fucoidan, lo squalene e i polifenoli emergono per le loro proprietà promettenti.
Fucoidan: Proprietà e Potenziale Terapeutico
Il fucoidan è un polisaccaride solforato trovato principalmente nelle alghe brune.
È noto per le sue forti proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e immunomodulatorie. In studi preclinici e clinici, il fucoidan ha mostrato potenziali effetti benefici nel modulare i processi infiammatori e immunitari, che sono cruciali nel contesto dell'Alzheimer.
La sua capacità di attraversare la barriera emato-encefalica lo rende particolarmente interessante per il trattamento di malattie neurodegenerative. Inoltre, il fucoidan stimola la rigenerazione dei tessuti e promuove la salute cellulare, rendendolo un candidato ideale per la nutriceutica rigenerativa.
Squalene: Benefici e Applicazioni
Lo squalene è un idrocarburo triterpenico naturale presente in vari organismi, incluso l'olio di fegato di squalo e alcune piante. È noto per le sue proprietà antiossidanti e la capacità di rafforzare il sistema immunitario.
Nel contesto delle malattie neurodegenerative, lo squalene può svolgere un ruolo importante nel proteggere le cellule cerebrali dallo stress ossidativo, un fattore chiave nel processo degenerativo dell'Alzheimer.
Inoltre, la sua capacità di integrarsi nelle membrane cellulari può aiutare a migliorare la fluidità e la funzionalità delle cellule cerebrali, favorendo la salute e la rigenerazione neurale.
Polifenoli: Effetti Neuroprotettivi e Rigenerativi
I polifenoli sono un gruppo ampio e diversificato di composti vegetali naturali, conosciuti per le loro forti proprietà antiossidanti e antiinfiammatorie.
Questi composti, presenti in alimenti come frutta, verdura, tè, caffè e vino rosso, hanno dimostrato effetti neuroprotettivi in numerosi studi. I polifenoli possono modulare le vie di segnalazione cellulare per ridurre l'infiammazione e lo stress ossidativo, due fattori cruciali nell'avanzamento dell'Alzheimer.
Inoltre, alcuni polifenoli possono attraversare la barriera emato-encefalica, offrendo una protezione diretta alle cellule cerebrali. La ricerca ha anche evidenziato il loro ruolo nel migliorare la cognizione e nel rallentare il declino cognitivo legato all'età.
Sinergia tra Nutriceutici e Cellule Staminali Mesenchimali
Quando combinati con terapie basate su cellule staminali mesenchimali, i nutriceutici come fucoidan, squalene e polifenoli possono potenziare ulteriormente la rigenerazione cellulare e la riparazione dei tessuti.
Questi composti possono migliorare l'ambiente cellulare, rendendo le cellule più recettive ai trattamenti con cellule staminali e potenziandone l'efficacia.
Inoltre, la combinazione di nutriceutici con terapie a base di MSC potrebbe ridurre potenzialmente gli effetti collaterali e migliorare gli effetti positivi e complessivi del trattamento.
Cellule Staminali Mesenchimali e Alzheimer: Ricerca e Progressi
Le cellule staminali mesenchimali (MSC) stanno emergendo come un promettente approccio terapeutico nella lotta contro la malattia di Alzheimer.
L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla perdita progressiva di neuroni e sinapsi nel cervello, portando a un declino cognitivo e a disturbi della memoria.
Recentemente, l'attenzione si è concentrata sulle potenziali applicazioni delle cellule staminali mesenchinali nel trattamento dell'Alzheimer, data la loro capacità di modulare l'ambiente cellulare, promuovere la rigenerazione dei tessuti e esercitare effetti immunomodulatori.
Meccanismo d'Azione delle staminali mesenchimali nella malattia di Alzheimer
Le Cellule Staminali Mesenchimali possono esercitare i loro effetti terapeutici nell'Alzheimer attraverso diversi meccanismi.
Questi includono la loro capacità di ridurre l'infiammazione nel cervello, promuovere la neurogenesi (formazione di nuove cellule nervose), e modulare la risposta immunitaria.
Inoltre, le cellule staminali mesenchimali possono secernere fattori neuroprotettivi e angiogenici che possono migliorare la funzionalità e la sopravvivenza delle cellule cerebrali.
Studi e Ricerche Recenti
1. Rigenerazione e Riparazione Neuronale:
Uno studio condotto dal Dr. Xiang e collaboratori presso l'Università di Harvard ha dimostrato che le cellule staminali mesenchimali possono differenziarsi in cellule di tipo neuronale e migliorare la rigenerazione neuronale in modelli animali. Questo studio ha evidenziato la capacità delle mesenchimali di integrarsi nel tessuto cerebrale danneggiato e promuovere la riparazione.
2. Modulazione dell'Infiammazione:
Ricercatori presso il Karolinska Institutet in Svezia hanno pubblicato risultati indicanti che le staminali mesenchimali possono ridurre l'infiammazione nel cervello, uno dei fattori chiave nell'avanzamento dell’alzheimer. É stato dimostrato che l'infusione di staminali riduceva i livelli di citochine infiammatorie nel cervello, migliorando i sintomi cognitivi nei modelli animali.
3. Effetti Neuroprotettivi:
Un gruppo di ricerca guidato dalla Prof.ssa Zhang presso l'Università di Stanford ha esplorato gli effetti neuroprotettivi delle cellule staminali mesenchimali.
Hanno scoperto che le staminali mesenchimali secernono fattori come il fattore di crescita del nervo (NGF) e il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF), che hanno dimostrato di proteggere i neuroni e stimolare la crescita neuronale.
4. Sperimentazione Clinica:
Un trial clinico condotto dalla Mayo Clinic ha valutato la sicurezza e l'efficacia delle cellule staminali mesenchimali in pazienti con Alzheimer in stadio iniziale. Anche se i risultati definitivi sono ancora in attesa, i dati preliminari indicano un profilo di sicurezza positivo e potenziali miglioramenti nelle misure cognitive.
5. Ricerca sulle Vie di Segnalazione:
Studi presso l'Università di Cambridge hanno esaminato come le staminali mesenchimali influenzino le vie di segnalazione cellulare associate all’Alzheimer. Questi studi hanno contribuito a chiarire il ruolo delle staminali nel modulare la segnalazione di tau e beta-amiloide, due proteine chiave coinvolte nella patogenesi dell'Alzheimer.
Sfide e Prospettive Future
Nonostante questi progressi promettenti, ci sono diverse sfide da affrontare nella ricerca. La comprensione dei meccanismi esatti attraverso cui le cellule staminali mesenchimali influenzano il cervello durante la malattia di Alzheimer è ancora in corso.
Inoltre, è necessario stabilire protocolli ottimali per il dosaggio, la somministrazione e il monitoraggio delle staminali in contesti clinici.
Le prospettive future della ricerca sono comunque molto incoraggianti.
Studi in corso stanno esplorando nuove vie per migliorare l'efficacia delle mesenchimali, come la loro ingegnerizzazione genetica per esprimere fattori neuroprotettivi specifici.
Inoltre, la combinazione di terapie a base di cellule staminali mesenchimali con altri approcci, come i trattamenti farmacologici o la nutriceutica rigenerativa, potrebbe offrire strategie terapeutiche più efficaci.
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FONTI
Ho raccolto alcune informazioni aggiornate sulla ricerca relativa all'uso delle cellule staminali mesenchimali nel trattamento della malattia di Alzheimer.
Ecco un riepilogo basato sulle fonti che ho trovato:
- Le Cellule Staminali Mesenchimali sono state impiegate per trattare le patologie correlate nei modelli animali di Alzheimer, evidenziando effetti benefici come la riduzione della neuroinfiammazione, l'eliminazione di amiloide-β, grovigli neurofibrillari e degradazione proteica anomala, la promozione del recupero dell'autofagia e della barriera emato-encefalica, la regolazione al rialzo dei livelli di acetilcolina, il miglioramento cognitivo e il recupero del trasporto mitocondriale. [Fonte: Mesenchymal Stem Cell Therapy and Alzheimer's Disease: Current Status and Future Perspectives - PubMed]
- Oltre alle cellule staminali mesenchimali, ci sono altri tipi di cellule staminali usati nella terapia dell'Alzheimer, come le cellule staminali neurali, le cellule staminali embrionali e le cellule staminali pluripotenti indotte. La maggior parte delle ricerche su queste cellule staminali è stata condotta a livello cellulare e nel modello animale, con meno studi a livello clinico. [Fonte: Stem Cell Therapy for Alzheimer's Disease: A Scoping Review for 2017-2022 - PubMed](https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov)
- La bassa sopravvivenza e il ridotto tasso di oming delle staminali dopo il trapianto influenzano seriamente la loro efficacia terapeutica. Pertanto, un adeguato precondizionamento in vitro è necessario per aumentare la sopravvivenza e il tasso di oming delle MSC per migliorare la loro efficacia nel trattamento. [Fonte: Mesenchymal Stem Cells for Treating Alzheimer's Disease: Cell Therapy and Chemical Reagent Pretreatment - PubMed]
- Nonostante gli avanzamenti nella tecnologia delle cellule staminali confermati dall'uso preclinico incoraggiante delle cellule staminali nei modelli animali di Alzheimer, il numero di prove cliniche che valutano l'efficacia della terapia con cellule staminali è limitato, con i risultati di molte prove cliniche ancora in sospeso. [Fonte: Advances in stem cell therapy in Alzheimer's disease: a comprehensive clinical trial review - PubMed]
- La terapia traslazionale con cellule staminali stia colmando il divario tra la scienza di base e l'intervento clinico in questa malattia devastante. Alzheimer’s Disease: From Pathogenesis to Mesenchymal Stem Cell Therapy - Bridging the Missing Link (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35197824/)
- Sebbene numerose strategie si siano concentrate sull'uso delle MSC per sostituire i neuroni apoptotici o degeneranti, studi recenti hanno suggerito che l'immunoregolazione delle MSC, che modula lo stato di attività della microglia o degli astrociti e media la neuroinfiammazione attraverso diverse vie di segnalazione dei fattori di trascrizione (NFs), potrebbe agire come meccanismo principale per l'efficacia terapeutica delle MSC ed essere responsabile di alcuni dei risultati soddisfacenti. Immunomodulatory role of mesenchymal stem cells in Alzheimer's disease (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32035129/ )
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